Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Villa Comunale-Palazzolo Acreide
La villa si trova sul vasto piazzale Marconi ed è caratterizzata da quattro spaziosi lunghi viali e da secolari alberi ornamentali, di cui alcuni assai rari. Nel 1880, l’Amministrazione Comunale ne iniziò i lavori di costruzione e venne nominato direttore onorario dei lavori e della progettazione del giardino, il barone Vincenzo Messina di Bibbia, letterato, poeta, già sindaco del paese, il quale in una sua proprietà ai limiti dell’abitato, aveva realizzato, tra gli anni 1860-1870, una estesa ed attrezzata villa privata.
Durante i lavori, nel giugno del 1881, il barone Messina trovò una tragica morte, in seguito al crollo della volta di una cisterna appena costruita. Un busto marmoreo fu eretto nel 1894 a ricordo di questo illustre e benemerito palazzolese. La villa, inizialmente, si sviluppava su tre lunghi viali: quello centrale molto ampio e i due laterali più stretti. A chiudere ed abbellire il viale centrale, nel 1881, fu posta una bella statua in pietra, la Flora, opera di Giuseppe Giuliano.
Poi, al centro d’un elegante disegno di aiuole si costruì una vasca in cui si posero ninfee e pesci colorati. Successivamente si tracciarono i vialetti che dall’ingresso, in direzione sud, si addentravano verso il boschetto. Nel dopoguerra si abbellì con lecci il vialetto che costeggiava la strada della Pur bella: ogni leccio fu dedicato ad un caduto; il viale viene detto “delle rimembranze”.
Tra gli anni ’50-’60 venne costruito il Chioschetto e la “Rotonda”, una “moderna” pista da ballo con luogo di ristorazione: forse, la prima infrastruttura turistica del paese. Negli anni ’70 la villa è stata ampliata.
Nella villa comunale vi è una grande la varietà di firi che, dalla primavera all’autunno, odorano le numerose aiuole.
Rimane, ancora oggi, un'oasi di verde, un luogo pulito, dove si può passare piacevolmente qualche ora nella quiete e nella frescura di alberi secolari. Può considerarsi, a tutti gli effetti, un giardino botanico per la gran varietà di alberi, arbusti e siepi, anche rari. Sono presenti, infatti, l' albero di Giuda, il ciliegio da fiore giapponese, il faggio, il frassino, il gelso,l' ippocastano, la palma, il pioppo e poi robinia, salice, tiglio, pino, cipresso, abete, cedro, araucaria, tuia, olmo, alloro, lavanda, lillà, mirtillo, mimosa, leccio, bosso, lauroceraso, ligustro, pittosforo, tasso, filadelfo.